Lo smaltimento delle batterie al piombo, necessario per la sopravvivenza

4 Giugno 2015|Pubblicato in: Smaltimento batterie al piombo, smaltimento raee, Smaltimento RAEE a Como

smaltimento batterie al piombo Como

Lo smaltimento delle batterie al piombo è un’azione necessaria per garantire la sopravvivenza del genere umano, animale e vegetale. In sostanza di tutti gli esseri viventi che popolano il pianeta terra. Sia chiaro, smaltire le pile al piombo in maniera corretta è necessario quanto smaltire tutta la gamma dei RAEE, ovvero tutti i rifiuti elettronici ed elettrici che non devono essere gettati nella natura per l’alto potere inquinante e velenoso nei confronti dell’ambiente.

Il piombo, come risaputo, è molto pericoloso per la salute umana, vegetale ed animale: è un vero e proprio veleno e non si può in nessun caso disperdere nell’ambiente.

Da http://www.phyles.ge.cnr.it/:

“Il piombo figura al 2° posto nella lista delle sostanze pericolose indicate dall’ ATSDR (Agency for Toxic Substances and Disease Registry) nel 1999. La nocività di questo metallo è nota da molto tempo, specie nelle sue manifestazioni acute (colica saturnina). Tuttavia recentemente, come è accaduto per numerosi altri agenti inquinanti, la dose considerata critica è stata notevolmente abbassata. Fino a circa trent’anni fa, l’avvelenamento cronico da piombo era definito dalla presenza di una dose superiore a 80µg/dl nel sangue, mentre attualmente viene considerata ‘alta’ una dose di Pb di 30 µg/dl e potenzialmente nocive, specie nello sviluppo, quantità uguali o superiori a 10µg/dl (0.1ppm).

Assorbito essenzialmente attraverso la respirazione e la nutrizione, il piombo non viene metabolizzato, ma per larga parte escreto, mentre il resto (circa 20%) si distribuisce nei tessuti e in particolare:

·         nel sangue, ove circola quasi esclusivamente negli eritrociti
·         nei tessuti minerali (ossa e denti), ove si accumula
·         nei tessuti molli (reni, midollo osseo, fegato e cervello)

La presenza di Pb nel sangue, all’interno dei globuli rossi e in massima parte legato all’emoglobina, provoca anemia, che deve però considerarsi non un sintomo, ma una manifestazione tardiva dell’avvelenamento da Pb. Attraverso il sangue, il Pb si distribuisce in tutti gli altri tessuti. Per la sua capacità di ‘imitare’ il calcio, e quindi soprattuto in caso di insufficiente assunzione di calcio, il piombo si accumula nelle ossa e vi costituisce una componente stabile. Tale componente può essere mobilizzata, e quindi rientrare in circolo nel sangue, in particolari stati fisiologici di stress (gravidanza, allattamento, malattie), ma anche come conseguenza di un accresciuto apporto di calcio nella dieta. Questo accumulo stabile di Pb nelle ossa rende molto lenta la guarigione dalla piombemìa, anche dopo un completo allontanamento dall’agente tossico.

Il piombo è in grado di danneggiare praticamente tutti i tessuti, in particolare i reni e il sistema immunitario. La manifestazione più subdola e pericolosa dell’avvelenamento da piombo è quella a carico del sistema nervoso. Negli adulti il danno da piombo si manifesta soprattutto con neuropatia periferica, che si ritiene dovuta a un processo di demielinizzazione delle fibre nervose. L’esposizione intensa ad elevate dosi di piombo (da 100 a 200µg/dl) provoca encefalopatia, i cui sintomi sono: vertigini, insonnia, cefalea, irritabilità e successivamente crisi convulsive e coma. La neuropatia da piombo colpisce soprattutto nello sviluppo, con turbe comportamentali e danni cognitivi. Studi epidemiologici hanno mostrato una forte correlazione fra il livello di piombo nel sangue e nelle ossa e scarse prestazioni in prove attitudinali (test QI o psicometrici); una simile correlazione è stata accertata anche in studi comportamentali su animali esposti al piombo subito dopo la nascita. Il processo di apprendimento avviene attraverso la formazione e il rimodellamento delle sinapsi e l’effetto tossico del piombo su questo processo suggerisce che questo metallo danneggi specificamente la funzione sinaptica. La particolare vulnerabilità dei bambini è accresciuta dal fatto che essi sono particolarmente esposti all’assunzione di piombo, per esempio se nutriti con latte artificiale preparato con acqua ricca di piombo, ovvero per ingestione di frammenti di vernice al piombo.

L’avvelenamento da piombo viene curato con farmaci che esercitano un’azione ‘chelante’ sul metallo, ovvero molecole in grado di legare il piombo formando un complesso stabile che viene escreto. I farmaci più utilizzati per questa terapia sono il calcio-EDTA (calcio disodico edetato), il diemercaprolo (DMSA o BAL) e la penicillammina, un derivato della pennicillina che però non ha azione antibatterica, ma solo chelante.”

smaltimento batterie esauste al piombo AMQ

Ma come avviene lo smaltimento delle batterie al piombo?

In primo luogo la batteria viene frantumata, separando poi le varie componenti. Una certa attenzione va data all’acido solforico, il liquido che funge anche da elettrolita (ovvero serve per sviluppare chimicamente energia elettrica all’interno della batteria), che è altamente corrosivo. In seguito lo per lo smaltimento le batterie al piombo vengono quindi riciclate e smaltite separatamente: l’acido solforico è raccolto ed inviato all’impianto di depurazione dove viene neutralizzato e smaltito grazie all’azione di opportuni reagenti.

Procedendo con lo smaltimento delle batterie, dopo aver neutralizzato il corrosivo  acido solforico, la plastica che fa da involucro, lavata e ridotta in scaglie: questa può essere a sua volta riciclata ed usata per la produzione di nuove scatole per giocattoli, batterie e contenitori vari.  Invece, riguardo al piombo, nel processo di smaltimento  delle batterie,  esso viene convogliato ai forni dove, con l’aggiunta di additivi viene fuso ad 800 gradi. Da questa fusione si ottiene il piombo d’opera che viene successivamente rifuso per eliminare tracce di rame, stagno e antimonio: in questo modo sarà possibile ottenere nuove batterie, tubazioni, caratteri di stampa, saldature risparmiando materiali ed energia ed imbrattando in maniera molto ridotta a livello consumistico ed ambientale.

Il risparmio energetico è una delle conseguenze più importanti dello smaltimento delle batterie al piombo. Infatti, poiché durante lo smaltimento sono separate tutte le parti della batteria e riciclate una ad una, basta pensare che il piombo riciclato e smaltito viene ottenuto con un notevole dispendio energetico, pari circa ad un terzo di quanto costerebbe produrlo dalla materia prima. Oltre questo dato importante, nel processo di smaltimento dalla termoplastica ottenuta dal riciclo e la fusione dei materiali, si possono fabbricare una notevole quantità di prodotti (imballaggi, tubature, isolanti elettrici, articoli sanitari e casalinghi,)  risparmiando notevolmente e creando meno inquinamento e disagi all’ambiente.

 

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